La linea invisibile

"La linea invisibile" è il nuovo libro del grande climber Maurizio Oviglia. Non è una guida all'arrampicata, sebbene contenga la descrizione di 64 scalate, distribuite in quattro continenti (Europa, Asia, Africa, Americhe del nord e del sud). È piuttosto una guida alle sensazioni, alle emozioni, alle riflessioni dell'autore durante la sua lunga carriera sportiva: le evoluzioni della tecnica e dell'etica dell'arrampicare, la ricerca delle arrampicate più difficili, spettacolari ed emozionanti, in una sorta di sfida verso se stesso e le proprie capacità; e ancora: l'incanto di paesaggi straordinari visti dalla prospettiva esclusiva del climber, la fatica di ore, ma anche di giornate (e nottate) trascorse in parete e le sensazioni per l'impresa compiuta, una volta raggiunta la meta. Ma soprattutto il rapporto con la montagna e con il prossimo: "L'alpinismo - scrive Oviglia - è spesso un violento atto di egoismo verso la società, una fuga, un gesto di narcisismo. 'Aprire' una via agli altri può, al contrario, essere un gesto di altruismo, una possibilità, una porta aperta che ci permette di stabilire un legame emozionale con il nostro prossimo. Ho vissuto dunque appieno la contraddizione di ogni alpinista, smanioso di vivere la propria giornata da leone in solitudine ma poi desideroso di poterla raccontare agli altri e di essere quindi compreso, lodato e condiviso". Oviglia in questo libro si conferma vero scrittore, che val la pena di leggere tanto per le idee che per lo stile.